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Termografia > Metodo

Nel campo della diagnostica delle strutture murarie storiche è noto come la conoscenza delle disomogeneità di materiale sotto lo strato di intonaco costituisca una fonte di preziose informazioni sugli assetti distributivi e strutturali originari e sull’efficacia di quelli attuali. In particolare poi, nel caso di edifici storici, la recente normativa sulla certificazione energetica, impone di ridurne i consumi ma la valutazione della loro efficienza energetica diviene assai complessa data la varietà delle morfologie realizzate.
In questa prospettiva la caratterizzazione dei materiali che compongono la compagine muraria più superficiale permetterebbe di acquisire importanti informazioni sia per la diagnosi strutturale che per quella energetica.


In collaborazione con la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa stiamo conducendo una campagna sperimentale che ha come obiettivo finale quello di stabilire la successione temporale con cui compaiono sull’immagine all’infrarosso i diversi materiali, in funzione delle loro caratteristiche termiche in modalità di ripresa termografica “attiva” e di procedere alla loro classificazione unicamente in funzione del “appearing time” sul termogramma.


I primi risultati sperimentali convalidano i valori dei tempi minimi di riscaldamento, necessari per evidenziare la tessitura sotto intonaco, stimati con modelli di calcolo alle differenze finite nella versione esplicita che simulano il comportamento in transitorio di una parete intonacata su entrambe le facce di cui una ha la superficie soggetta a un flusso di calore e l’altra ha la superficie lambita da aria in convezione naturale.


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